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Health28 aprile, 2022

Biblioteche mediche, documentalisti e nuovi bisogni di aggiornamento

Con l’impressionante evoluzione dell’offerta informativa avvenuta negli ultimi decenni nel campo della letteratura scientifica, anche il ruolo del documentalista si è progressivamente evoluto. Se un tempo la sua principale mansione era costituita dalla ricerca bibliografica, oggi il lavoro del documentalista include anche altri compiti, dall’individuazione degli strumenti di supporto decisionale più adeguati alla formazione degli operatori sanitari.

I progressi compiuti nel corso degli ultimi trentacinque anni hanno portato profondi cambiamenti nell’ambito della letteratura scientifica, favorendo una crescita esponenziale senza precedenti.

Orientarsi in questo oceano di pubblicazioni e mantenersi al passo delle conoscenze, quindi, è sempre più difficile. Per questo il ruolo dei documentalisti acquisisce sempre maggiore importanza, in quanto responsabili del processo di selezione delle riviste da includere ed escludere dagli archivi delle biblioteche biomediche e per le loro capacità di utilizzare i filtri di ricerca che permettono di individuare le fonti più adeguate sulla base degli interrogativi formulati dai medici. Queste competenze non solo permettono ai documentalisti di aiutare gli operatori sanitari in caso di problematiche di tipo clinico, ma rivestono un ruolo centrale anche nella definizione dello stato dell’arte circa un dato argomento oggetto di un progetto di ricerca.

I nuovi bisogni di aggiornamento degli operatori sanitari

Di fronte al continuo moltiplicarsi delle fonti, l’idea di affidarsi esclusivamente a quelle primarie sembra essere piuttosto limitante: oggi un singolo articolo può dire davvero poco su un dato argomento e qualsiasi decisione deve necessariamente basarsi su conoscenze ottenute dallo studio di un insieme di fonti.

Insieme ai bisogni di aggiornamento, il progresso tecnologico ha inoltre prodotto un cambiamento delle modalità attraverso cui i medici e gli infermieri possono ottenere le risposte che cercano. La possibilità di ottenere, anche attraverso il proprio smartphone o un tablet, risposte immediate a specifici interrogativi clinici, ad esempio, è particolarmente utile in quei contesti in cui la tempestività delle decisioni cliniche impatta in modo importante sugli esiti clinici.

La consultazione delle fonti al letto del paziente: i point-of-care tools

Una delle grandi novità degli ultimi decenni nell’ambito dell’aggiornamento di medici e infermieri è stato infatti l’arrivo dei cosiddetti point-of-care tools, ovvero i cosiddetti “strumenti utilizzabili al letto del paziente”. Si tratta di applicazioni e strumenti elettronici di supporto decisionale che forniscono risposte sintetiche, puntuali ed evidence-based a quesiti clinici specifici, spesso indicando per ogni risposta il livello di qualità delle evidenze scientifiche che la supportano.

La diffusione di questi strumenti è diventata negli ultimi anni sempre più capillare, con diverse Regioni e Asl italiane che hanno scelto di fornire questo tipo di servizio ai medici e agli infermieri operanti presso le strutture e le istituzioni a cui fanno riferimento. Tra queste anche la biblioteca Alessandro Liberati del Servizio sanitario regionale del Lazio, nata nel 2014 come evoluzione della precedente biblioteca dell’agenzia di sanità pubblica, caratterizzata da un’impronta molto tradizionale e specialistica.

“Non forniamo più servizi tipici delle biblioteche tradizionali — racconta Simona Vecchi, ricercatrice del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio e curatrice della biblioteca — ma abbiamo costruito una piattaforma che permette all’operatore sanitario di trovare informazioni aggiornate, di buona qualità metodologica e utili per la pratica clinica. Inizialmente è stato faticoso arruolare le Asl della Regione Lazio perché la nostra offerta era poco accattivante, poi è subentrato UpToDate che ci ha permesso di dare agli operatori sanitari uno strumento in più, un grande valore aggiunto che è stato molto apprezzato”.

Il ruolo del documentalista, dalla selezione delle fonti alla formazione

Le ragioni per cui i documentalisti svolgono un ruolo fondamentale nel garantire l’accesso alle migliori informazioni disponibili in letteratura scientifica sono principalmente due. Se da un lato quasi sempre medici e infermieri non dispongono del tempo necessario per selezionare correttamente le fonti utili a garantire loro adeguate background e foreground knowledge, dall’altro essi semplicemente non sono formati per farlo. Sono pochissime le facoltà di medicina o le strutture mediche che prevedono nella loro offerta formativa dei corsi finalizzati a fornire agli operatori sanitari competenze in tema di valutazione critica.

In alcuni casi, quindi, il lavoro del documentalista consiste nel formare i medici al fine di renderli in grado di cercare autonomamente le informazioni di cui hanno bisogno, attraverso una ricerca bibliografica o l’utilizzo di un point-of-care tool.

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