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Legale04 aprile, 2024

Come sarà il 2024 dell’avvocato?

Antoine De Saint-Exupery scriveva: “Quando si arriva al futuro, il nostro compito non è di prevederlo, ma piuttosto di consentire che accada”; ebbene, questa è l’apertura a cui dovrebbe predisporsi l’avvocato nel 2024, in una prospettiva post pandemica, in pieno dibattito ESG, in una società DEIB, e con dotazioni tech. Grazie (anche) alle colonne virtuali di blog e magazine di autori e giornalisti forensi più quotati (da Dylan Brown su Lexis a Kristyn Hyland su Bloomberg Law) ecco i legal trends più salienti dell’anno nuovo, attraverso sei strategiche parole chiave.

A.I.

Nella transizione digitale delle law firms l’intelligenza artificiale ha assunto un ruolo da protagonista per svariati aspetti. Anzitutto come partner collaborativo, e cioè nell’ausilio all’analisi, nella gestione delle pratiche mediante approfondimenti predittivi, nell’elevazione della resa dei servizi ai clienti tramite l’assistenza virtuale e in miglioramenti cruciali come la scrittura dei contratti “Smart”. Il trend si evolverà nel 2024, meglio definendo la sinergia tra le capacità analitiche dell’intelligenza artificiale e la creatività umana, unita all’intelligenza emotiva, così ridisegnando l’approccio professionale. Ma oltre l’AI utilizzata come tool dall’avvocato, la diffusione delle relative tecnologie sta facendo evolvere la governance normativa e giurisprudenziale, perimetrando un nuovo settore di specializzazione. Il vertice sulla sicurezza dell’AI ospitato dal Regno Unito ha infatti portato alla Dichiarazione di Bletchley, il primo accordo internazionale sullo sviluppo di un quadro per un’AI sicura e sottoscritto da 28 Paesi, tra cui Regno Unito, UE, Stati Uniti, India e Cina. Inoltre, gli USA hanno diffuso un progetto per la Carta dei diritti dell’IA, l’UE ha emanato l’Artificial Intelligence Act, mentre Cina e Canada hanno portato avanti i propri quadri normativi sull’IA. Ciò comporterà sfide legali ed etiche sempre più complesse, specie per quanto afferisce alla proprietà intellettuale e al diritto d’autore.

Da segnalare infine che la diffusione delle tecnologie di GenAI ha generato anche un incremento dell’attenzione verso altri servizi e sistemi innovativi: una soluzione come One LEGALE, ad esempio, integra strumenti intelligenti come la giurimetria a metodi di ricerca giuridica all’avanguardia.

Competenze

Formazione e specializzazione restano le soluzioni strategiche per differenziarsi dai competitors e offrire una professionalità mirata ai potenziali clienti. In Italia, si osserva, esiste solo il termine “avvocato”, mentre ad esempio nei paesi anglosassoni la categoria conta delle sotto-distinzioni: Solicitor, Barrister, Attorney, Lawyer. E lo stesso vale per i ruoli gerarchici: mentre qui non sono definiti (anche se sussiste una ripartizione di fatto, di mansioni e responsabilità, tra titolare, associato, collaboratore, membro della STA), gli organigrammi anglosassoni risultano piuttosto variegati: Managing Partner, Partner, Counsel, Associate (Senior, Mid, Junior), Trainee. Tuttavia, le modifiche normative degli ultimi anni hanno consentito di evolvere dal genericismo, unito a un evidente piattismo culturale, per acquisire, quantomeno a livello di competenze, il titolo di “avvocato specialista”, pur nei limiti di uno o due settori di specializzazione elencati nel D.M. che li regola, nonché di tre indirizzi per materia di specializzazione, ove siano previsti.

Compliance

La normativa si sta evolvendo sempre più nella macroarea della “conformità”, con la conseguenza che gli studi legali dovranno affrontare un’ampia gamma di questioni, sia giudiziarie che relative alla consulenza. Le aziende e società che non hanno al proprio interno un ufficio legale affidano a studi legali specializzati, adempimenti e questioni legate alla cd. “regulatory compliance”, e cioè a GDPR, legge 231, whistleblowing, antiriciclaggio, cybersecurity. Per quest’ultimo tema, gli avvocati risultano sempre più coinvolti nell’area della sicurezza informatica, non solo come consulenti ma pure come partecipanti proattivi nell’elaborazione della strategia di sicurezza informatica di organizzazioni ed enti.

DEIB

È l’acronimo di “Diversity, Equity, Inclusion and Belonging”, e indica la cultura che si sta attestando sulle law firms di quasi tutto il mondo. Per l’avvocato significa formarsi, ma anche formare i propri collaboratori in modo che non si verifichino discriminazioni sul posto di lavoro, e che possano promuovere un clima di inclusione e appartenenza in tutti gli ambienti. DEIB è anche una materia su cui specializzarsi al fine di offrire prestazioni professionali dedicate.

ESG

La disciplina DEIB rientra nel più ampio quadro dei parametri ESG (Environmental, Social and Governance), che da qualche anno impongono ad aziende e organizzazioni a valutare in senso olistico l’impatto della loro attività sull’ambiente, gli esseri umani e il contesto sociale. In una società a crescente complessità, ESG è la risposta dei contesti organizzativi alla necessità di porre un limite ad attività e strategie il cui impatto sul pianeta e i suoi abitanti è irreversibile. Per i titolari e i collaboratori degli studi legali, ciò comporterà una sempre più elevata specializzazione in giustizia ambientale e sociale, nonché un ruolo sempre più determinante dell’ufficio legale aziendale, figura-chiave all’interno della strategia ESG.

Legal marketing

Da quando è caduto il divieto di pubblicità per gli studi legali, le strategie di marketing sono diventate parte della governance. Anzitutto appare pacifico negli ultimi anni che l’avvocato, per affermarsi come leader in una determinata materia, deve investire nel content marketing attraverso blog, sito web e profili social: contenuti originali che analizzano argomenti legali, affrontando le preoccupazioni comuni della clientela target creano fiducia e attraggono lead e potenziali clienti. L’efficacia passa anche attraverso i tool di ottimizzazione in chiave SEO, per arrivare a posizionamenti più elevati nei motori di ricerca. Per indirizzare il traffico verso il sito della propria law firm, altre strategie consistono nell’utilizzo di parole chiave e immagini ottimizzate, nel trattare casi di studio anche attraverso il video marketing e nel veicolarle tramite campagne di newsletter o e-mail marketing. Per massimizzare le azioni del legal marketing è necessario investire nel branding, diretto a creare valore e credibilità della law firm, per ambire a maggiori tassi di conversione di follower in clienti.

Conclusioni: rifuggire dalle previsioni astrali

Per concludere questo contributo abbiamo provato a chiedere a una nota intelligenza artificiale “quali sono le tendenze legali 2024”, ma la stessa piattaforma, dimostrando un inatteso senso di umiltà, a pochi secondi dalla digitazione della query ha replicato: “Mi dispiace, ma non ho accesso a informazioni in tempo reale o previsioni specifiche per il futuro, inclusi eventi o tendenze del 2024. Per ottenere informazioni aggiornate sulle tendenze legali del 2024, ti consiglio di consultare fonti affidabili come riviste legali, rapporti governativi, e organizzazioni professionali del settore legale”. Ulteriore conferma che non esistono previsioni “astrali” in ambito legale, ma concretezza e virtù, così come ci aveva magistralmente suggerito Piero Calamandrei: “Gli avvocati non sono né giocolieri da circo, né conferenzieri da salotto: la giustizia è una cosa seria”.

"Il contenuto è a cura dell'Avv. Laura Biarella e del team Digital Marketing Wolters Kluwer Italia."

Infografica A 2024

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